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Emergenza Ucraina

Consulenti del Lavoro, al via il progetto sui tirocini per gli ucraini

L’iniziativa mira a inserire i profughi nel mercato del lavoro italiano

Non solo accoglienza. Il sostegno ai profughi ucraini si tradurrà in interventi finalizzati al loro collocamento nel mercato del lavoro italiano, primi tra tutti i tirocini formativi. L’importante iniziativa, finalizzata a fronteggiare l’emergenza umanitaria ucraina, si inserisce nell’ambito delle azioni di solidarietà messe in campo dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro in collaborazione con i Consigli provinciali, la Fondazione Lavoro e la Fondazione Studi. All’atto pratico, il progetto si articolerà in tre fasi: la prima consiste nell’intercettazione dei profughi tramite accordi in essere con organizzazioni umanitarie che operano ai valichi di confine del Friuli Venezia Giulia. Ai cittadini ucraini sarà messo a disposizione, in questa seconda fase, un servizio di profilazione da parte dei delegati della Fondazione Lavoro per verificare il possesso delle competenze. Attraverso un’intervista informale, il Consulente delegato redigerà il profilo professionale del soggetto che sarà inserito, successivamente, in un database organizzato per profili e territori. Dalla profilazione all’ingresso in azienda: qui entra in scena la Fondazione Studi che veicolerà le candidature lavorative alla rete dei Consulenti del Lavoro che potranno, così, incrociare i profili con i fabbisogni professionali delle aziende clienti. La Categoria, dunque, non solo mette a disposizione la professionalità dei propri iscritti per la gestione delle procedure di rilascio del permesso di soggiorno e le altre attività amministrative collegate, ma con la supervisione dei Consigli provinciali, creerà una rete di assistenza per sostenere gli ucraini in tutte le necessità, da quelle burocratiche a quelle di avviamento ai tirocini e al lavoro. “La Categoria - ha affermato la Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine, Marina Calderone - sta, inoltre, lavorando alla creazione di una rete multi-stakeholder che comprende enti locali, associazioni ucraine, parti sociali, onlus, in grado di prendere in carico i bisogni, anche quelli più complessi, dei rifugiati e accompagnarli in questo momento difficile della loro esistenza”.

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